In un tempo in cui l’educazione sembra un concetto vecchio e superato e alcune regole del buon vivere soltanto inutili noiosità, che senso ha parlare di galateo e in particolare parlare di galateo della sposa? Eppure è proprio in quest’occasione che esso mostra ancora tutta la sua attualità.
Oggi più che mai le ragazze sembrano paralizzate dal “come si fa” e desiderose di conoscere binari certi che le possano condurre al giorno del sì. Una volta questo ruolo era della zia esperta, padrona di casa, o della mamma; oggi anche loro sono assalite da dubbi amletici e le tante domande restano senza risposta. Forse i tempi cambiati hanno disegnato nuovi scenari: le famiglie sono allargate, più composte e anche meno omogenee. Si pongono nuove problematiche poi si riceve sempre meno a casa propria, quansi sempre solo un ristretto gruppo di amici.
Ma sono tante le componenti che rendono indimenticabile una festa: prima fra le altre che gli invitati si trovino a loro agio, che i tempi siano pianifiicati anche in funzione loro e non soltanto dell’album fotografico, che anche gli ospiti siano liberi di divertisti e concorrano a creare un clima euforico. La logistica degli arrivi, le istruzioni per raggiungere il luogo senza difficoltà, le indicazioni sulla possibilità di parcheggio rendono, per sempio, gli ospiti puntuali ed evitano quelle odiose entrate in scena in ritardo, troppo spesso anche dopo la sposa.
E poi, il non concedersi interminabili scatti fotografici lasciando tutti in messianica attesa dell’aperitivo, la maestria di comporre i tavoli favorendo la conversazione sono accorgimenti che rendono bella una festa.
Vale a dire: quel giorno pensiamo a noi, ma anche agli altri. Come sempre, del resto.